PREMIO SPECIALE "MI PIACE":
MARIA ROSARIA MOFFA
Consegna il premio Luca Fresolone di Radio Booonzo Battipaglia
diversita_bene_comune._mariarosaria_moffa._0008.pdf |
Abstract:
Il presente lavoro si propone di riflettere sull’’inclusione sociale delle persone con disabilità mentali, tema ancora “scomodo” nelle nostra società, nonostante gli sforzi “legislativi” di attuare una politica che favorisca una cittadinanza attiva dell’utente con disabilità.
In seguito alla crisi del welfare state, la gestione della questione socio-sanitaria della disabilità mentale, si è spostata sempre più verso il terzo settore. Le comunità si sono trovate da un lato a dovere destrutturare tutta una serie di meccanismi interiorizzati e destabilizzanti, figli delle istituzioni totali e di una logica clinico-assistenziale, dall’altro a dover affrontare una presa in carico totale dell’utente con disabilità, fornendo progetti di vita sostenibili sia economicamente che socialmente.
Il paper poggia sulle analisi teoriche svolte da autori come Parsons, Foucault, Goffman, Cattaneo, Zamaghi, nonché testi di carattere legislativo, come il “Libro Bianco sul futuro modello sociale”.
Per far fronte, quindi, alla crisi dello stato sociale e promuovere le politiche di inclusione delle disabilità mentali è necessario assumere innanzitutto il valore della diversità quale bene comune e, al contempo, implementare pratiche di democrazia partecipativa, capaci di intraprendere azioni congiunte tra i vari attori sociali, quali famiglia, scuola e terzo settore, affinché la persona con disabilità riesca a vivere attivamente e autonomamente nella società.
Coniugando aspetti teorici e pratici risulta evidente la necessità di un cambiamento culturale, possibile solo attraverso un welfare orizzontale, solidale e partecipativo capace di modificare e debellare la paura verso le persone con disabilità mentali, causa dell’esclusione, investendo sui processi di sensibilizzazione nelle scuole, affinché vengano create nuove categorie di senso.
Il presente lavoro si propone di riflettere sull’’inclusione sociale delle persone con disabilità mentali, tema ancora “scomodo” nelle nostra società, nonostante gli sforzi “legislativi” di attuare una politica che favorisca una cittadinanza attiva dell’utente con disabilità.
In seguito alla crisi del welfare state, la gestione della questione socio-sanitaria della disabilità mentale, si è spostata sempre più verso il terzo settore. Le comunità si sono trovate da un lato a dovere destrutturare tutta una serie di meccanismi interiorizzati e destabilizzanti, figli delle istituzioni totali e di una logica clinico-assistenziale, dall’altro a dover affrontare una presa in carico totale dell’utente con disabilità, fornendo progetti di vita sostenibili sia economicamente che socialmente.
Il paper poggia sulle analisi teoriche svolte da autori come Parsons, Foucault, Goffman, Cattaneo, Zamaghi, nonché testi di carattere legislativo, come il “Libro Bianco sul futuro modello sociale”.
Per far fronte, quindi, alla crisi dello stato sociale e promuovere le politiche di inclusione delle disabilità mentali è necessario assumere innanzitutto il valore della diversità quale bene comune e, al contempo, implementare pratiche di democrazia partecipativa, capaci di intraprendere azioni congiunte tra i vari attori sociali, quali famiglia, scuola e terzo settore, affinché la persona con disabilità riesca a vivere attivamente e autonomamente nella società.
Coniugando aspetti teorici e pratici risulta evidente la necessità di un cambiamento culturale, possibile solo attraverso un welfare orizzontale, solidale e partecipativo capace di modificare e debellare la paura verso le persone con disabilità mentali, causa dell’esclusione, investendo sui processi di sensibilizzazione nelle scuole, affinché vengano create nuove categorie di senso.