Pubblichiamo con piacere la lettera aperta ricevuta da Michela Patti, vincitrice della Call for Paper al Convegno #perchisimescola. Altre testimonianze e immagini del primo convegno CAPOVOLTI sono disponibili cliccando qui. Grazie per il contributo! |
Sabato mattina, 24 Maggio, sono arrivata a Salerno in treno. Per evitare di far tardi, ma anche per fare una passeggiata (a dir il vero, alquanto lunga) non ho aspettato il bus e mi sono avviata al teatro Ghirelli - Parco dell’Irno, a piedi.
Da anni non facevo quel percorso a piedi e anzi, parte di esso mai l’ho fatto a piedi.
Camminando man mano ho ricordato quando di fretta correvo a prendere il pullman per l’Università a Via Irno e andando avanti alla volta del teatro mi sono resa conto (forse pienamente per la prima volta) dei “grandi spazi” di quella zona che è lontana dal pieno centro abitato. Grandi spazi che ho ritrovato entrando nel parco dove è ubicato il teatro. In quel luogo si respira, non ci sono case, non ci sono barriere, non ci sono grossi muri: solo grandi spazi che mettono in comunicazione terra e cielo. Si respira libertà. Prima di entrare nel teatro, tra me e me, ho pensato che fare il convegno avente quale tema l’inclusione delle persone con disabilità mentale proprio lì , era stata una scelta azzeccata.
Abbattere i confini, i margini, le barriere, le mura, le strutture di contenimento, etc probabilmente è il solo modo per permettere a queste persone “fragili”, di respirare, di muoversi in libertà , di VIVERE.
Entrata nel teatro ho seguito con interesse tutti gli interventi degli ospiti. C’era assai partecipazione e coinvolgimento non solo da parte di chi stava parlando, ma anche della platea che, ho visto, essere molto attenta. Nel convegno si sono approfonditi da più punti di vista, con il contributo di vari specialisti di differenti materie, i temi legati all’inclusione sociale delle persone con disabilità. Ciò anche il pomeriggio dove si sono tenute varie sessioni parallele.
Non sembrava di stare ad un convegno, ma in una grande famiglia dove ognuno ha contribuito al dibattito, sicuramente costruttivo e ricco di spunti, dicendo la sua.
L’intento del Dott. Francesco Napoli – direttore del progetto Capovolti - di realizzare più che un convegno “uno spazio altro – come lui stesso ha specificato, con regole altre per intessere una nuova trama per l’inclusione sociale di persone con disabilità mentale”, credo sia stato raggiunto in pieno. Anche perché, oltre all’analisi dello stato dell’arte, è stato gettato un ponte al futuro dando spazio a“nuove idee”, messe a confronto nell’ambito del concorso Call For Paper.
Il 1° Premio Vincitore della Call 2014 è stato attribuito alla sottoscritta che ha presentato un contributo dal titolo: “Giovani con disabilità mentale che delinquono , tra progetti di rieducazione e inclusione sociale . I risultati di una ricerca”.
Quando è stato annunciato il vincitore, sono stata colta di sprovvista, ero incredula, emozionata, contenta, insomma l’onta della sorpresa mi ha presa in pieno.
Ho ringraziato, però a mente fredda è opportuno, anzi no: necessario, che ringrazi
di nuovo e in modo formale.
Non solo e non tanto per il prestigioso premio attribuito al mio contributo che tocca problematiche “particolari”, assai spinose e che con passione porto avanti da anni, ma per il momento che mi hanno fatto vivere, per le Belle persone che ho conosciuto, per la Bella realtà che ho avuto modo di sperimentare, per l’entusiasmo e la voglia di fare che ho percepito da parte di tutta la gente coinvolta nel progetto. Si respirava pura passione, necessaria affinchè, come diceva Basaglia “l’impossibile possa diventare possibile”.
Ho, con estremo piacere, magicamente visto realizzato quando auspicato in apertura al mio contributo scritto: il mutamento di prospettiva nell’ approccio ai problemi, quel guardare la realtà con occhi diversi, trovare nuovi punti di osservazioni di cui Paul Watzlawick parla nel testo Change, che può essere il vero motore del cambiamento e portare, sempre ricordando Basaglia: alla “costruzione di una vita possibile per tutti gli uomini”.
Per tutto questo sono onorata di aver vinto il premio e ringrazio di cuore tutto lo staff del progetto Capovolti, con l’auspicio che sia solo l’inizio per una Grande Squadra che sabato ha messo la prima pietra per costruire un nuovo mondo e che la stima che ci unisce possa essere foriera di nuovi incontri e collaborazioni.
Vogliate gradire i miei più affettuosi saluti.
28 maggio 2014
Avv. Michela Patti
Lettera versione originale