1° PREMIO, VINCITORE DELLA CALL 2014:
MICHELA PATTI
Consegna il Premio di €350,00 Nadia Petretti, presidente dell'OdV Mai Più Soli, Capofila del progetto CAPOVOLTI
Ringraziamenti di Michela Patti, clicca qui
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L’inclusione sociale delle persone con disabilità mentale è un tema assai dibattuto in ambito nazionale e internazionale. Quali sono i diritti e gli interessi legittimi del disabile mentale? Quali le azioni da porre in essere da parte delle istituzioni, del terzo settore, della società tutta per promuovere il benessere psicofisico e la qualità della vita di queste persone,come “qualcuno di noi “ e non come “altri da noi”? In questo lavoro, si è tentato di fornire delle risposte prendendo in considerazione una “fascia particolare” di disabili mentali : i giovani con disabilità mentale che delinquono . Il tema dell’inclusione è stato affrontato sotto un duplice aspetto che, alla fin fine, si presenta come la faccia di una stessa medaglia: l’inclusione del giovane con disabilità mentale nell’ambito della società, nella doppia veste di disabile mentale e di giovane che – anche a causa della disabilità mentale di cui è portatore – è incorso nelle maglie della giustizia e dopo essere stato sottoposto a programmi specifici di recupero deve “reinserirsi” nella società. Lo studio è stato condotto attraverso una doppia prospettiva di analisi: teorica e pratica . Si è partiti dalle teorie elaborate a riguardo da diversi studiosi della materia , poi si è integrata la ricerca con le rilevazioni empiriche effettuate su casi giudiziari. Nello specifico , sono stati analizzati casi di giovani (presi a campione) con disabilità mentale autori di crimini – alcuni presi in carico dal mio Studio Legale - su un arco temporale di circa 10 anni (2000-2010). Si è provveduto ad incrociare dati di tipo quantitativo ad analisi qualitative grazie alla conoscenza della storia , giudiziaria e non, del ragazzo che si ha avuto l’opportunità di seguire dalla commissione del reato sino all’ uscita dal circuito penale e al suo reinserimento nel “mondo esterno”. I vari casi sono stati letti , inoltre , in un’ottica multidisciplinare , ossia non solo in termini giuridici ma anche psicologici, sociologici e criminologici. In tal modo si è potuto verificare , da un punto di vista pratico, le considerazioni di carattere teorico formulate nonché di esporre come concretamente operano i servizi presenti sul territorio, nella scelta dei percorsi e delle progettualità da attuare. Si sono, poi, presi in esame i programmi rieducativi e di reinserimento sociale posti in essere per far sì che i giovani autori di reati seguissero un percorso evolutivo e di crescita che li aiutasse non solo a comprendere il disvalore del fatto commesso , ma anche a recuperare la propria identità impegnandosi in attività pro-sociali che gli permettessero di entrare in empatia con gli altri. Si è , infine, mostrato quali potrebbero essere gli interventi da attuare in futuro per migliorare a livello normativo l’integrazione di tali persone ai fini non solo del recupero ma anche della promozione della loro qualità della vita , intesa come sviluppo , a livello integrato , così come indicato dagli studiosi, di : 1. Benessere fisico; 2. Benessere emozionale; 3. Benessere materiale; 4. Sviluppo personale; 5.Relazioni interpersonali; 6. Autodeterminazione; 7. Inclusione sociale; 8. Diritti ed Empowerment.