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MARATONA DELLA COOPERAZIONE: UNA VISIONE POLITICA TRA PROPOSTE PER IL PRESENTE E PROSPETTIVE PER IL FUTURO

27/4/2020

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​#PERCHISIMESCOLA2020
Riassunto e considerazioni
Francesco Napoli, Presidente Cooperativa Sociale Capovolti


La MARATONA DELLA COOPERAZIONE, la lunga diretta con la quale abbiamo voluto festeggiare il 25 aprile di quest’anno insieme a tante e tanti che ci hanno seguito, era ed è stato un momento importante per la nostra comunità di persone, cooperatrici e cooperatori, impegnati ogni giorno nella prossimità ai più fragili, nell’innovazione e nella costruzione di impresa, di una economia solida, solidale, sostenibile.
Non abbiamo mai derogato alla nostra funzione politica, lo abbiamo ribadito spesso in questi anni, e tanto meno abbiamo voluto farlo oggi, in un tempo complesso che ci spinge a raccogliere la sfida del cambiamento oltre che quella di dover, insieme, affrontare una emergenza che la nostra generazione e le generazioni future ricorderanno per lungo tempo. Questa funzione politica, crediamo, si ottempera innanzitutto con una presa di parola chiara, libera e coraggiosa. Una presa di parola che rivendica una indipendenza, non scontata, da dinamiche localistiche non sempre sane e da dinamiche di interdipendenza per certi aspetti sane ma che vanno affrontate con la “schiena dritta ed a testa alta”. Una schiena dritta e una testa alta che ci viene dal lavoro quotidiano, dalle competenze maturate sul campo e nei percorsi di formazione e di aggiornamento, dall’innovazione, dal sacrificio di ogni giorno di tante e tanti. Ci siamo presi, ed abbiamo provato a dare, parola a chi nella cooperazione ed in rappresentanza di questo mondo locale, regionale e nazionale, opera per la crescita umana, sociale, culturale ed economica delle nostre comunità.
​
Abbiamo provato a dire alcune cose chiare.

Ancora una volta, nonostante il suo valore concreto, il Terzo Settore è stato tenuto ai margini delle scelte politiche e strategiche. Abbiamo ricevuto certo qualche “pacca sulla spalla”, ma non è sufficiente. Abbiamo dimostrato, come tante e tanti, che il Terzo Settore resta la spina dorsale di questo paese insieme al Servizio Sanitario Nazionale ed a tutto il sistema di Welfare, pubblico e del privato sociale. 

Abbiamo detto con chiarezza che si, l’emergenza ha visto il prevalere di una esigenza di sanità la quale però ha mostrato tutti i limiti di un sistema centralizzato, ospedaliero ed esclusivamente o prevalentemente orientato alla cura come un fatto sanitario appunto. Noi pensiamo invece che la centralità sia quella della salute, a partire dall’urgenza di una rete di servizi territoriali e domiciliari orientati al benessere ed alla presa in carico globale non solo dei singoli, ma della salute pubblica nel suo complesso. Questa emergenza, più di ogni altra cosa, ci ha restituito l’evidenza che la salute dei singoli passa attraverso pratiche di salute collettiva, di salute pubblica.

Abbiamo poi detto con altrettanta chiarezza che la rete del Terzo Settore nel nostro paese è in pericolo, e con essa la tenuta dei servizi socio-assistenziali, socio-sanitari, territoriali e domiciliari, dedicati all’infanzia ed alle adolescenze, dedicati all’accoglienza e alle estreme povertà. È in pericolo il tessuto economico e di impresa che il Terzo Settore ha saputo costruire in questi decenni di trasformazione partita dal basso e che ha dimostrato che si può fare impresa sociale, generare lavoro e reddito oltre le logiche del profitto e del capitale. Tutto questo è in pericolo e con esso migliaia di persone e famiglie.

Voglio ringraziare Carlo Borgomeo, Presidente di Fondazione CON IL SUD, per aver accolto il nostro invito, per averci proposto una visione politica e strategica e per aver rilanciato la proposta di un sostegno forte, a fondo perduto, al Terzo Settore. Confidiamo che questo appello non resti inascoltato.

Come vogliamo ringraziare Don Virginio Colmegna, Presidente di Casa della Carità, per averci offerto il suo contributo sul tema della salute. “Salute Bene Comune” è il manifesto intorno al quale oramai da molti mesi si sta sviluppando la riflessione e lo slancio politico per riaffermare la centralità della salute come patrimonio collettivo e l’urgenza di strumenti adeguati alle sfide del nostro tempo su questo tema. La funzione del radicamento territoriale dei servizi, la prossimità degli stessi e la loro funzione di prevenzione prima ancora che di cura e presa in carico, sono elementi fondamentali per generare benessere.

Insieme ai nostri ospiti, in oltre sette ore di diretta e più di diecimila collegamenti, abbiamo aperto un dibattito articolato a partire dal livello regionale, le strategie e la centralità dell’impresa sociale senza dimenticare e senza esimerci dal dire che anche il Piano Sociale Regionale emanato nelle scorse settimane è uno strumento importante ma non sufficiente e che ancora non risponde adeguatamente ai bisogni delle comunità. 

In questo senso la nostra rete, a partire dal ruolo di Consorzio La Rada, ha dato e continuerà a dare il proprio contributo sia in termini di produzione e di competenze sia in termini di innovazione ed implementazione dei servizi, come abbiamo avuto modo di condividere e commentare insieme ad Elena Silvestri, Presidente di Consorzio La Rada e Franco Picarone, Presidente Commissione Bilancio della Regione Campania.

Abbiamo potuto evidenziare il ruolo del Terzo Settore in questa fase di emergenza, ed in particolare l’esperienza di Life for Life, Palazzo Belvedere in cui una struttura tutelare per anziani, insieme alla Fondazione della Comunità Salernitana e ai servizi territoriali sta sperimentando formule innovative e solidaristiche di sostegno agli anziani soli e fragili del territorio a sud della nostra provincia. In questo senso si è evidenziato il ruolo delle fondazioni come luoghi delle comunità non solo deputate all’erogazione, ma anche alla mobilitazione di risorse ed alla promozione di nuovi modelli di intervento, nuove pratiche per rispondere ai bisogni e per sostenere la crescita delle comunità nella logica del dono, della condivisione, del senso di appartenenza. Un ruolo quello delle fondazioni - esplicitato credo al meglio da Patrizia Stasi, Presidente della Fondazione Banco Napoli per l’Assistenza all’Infanzia e Antonia Autuori, Presidente di Fondazione della Comunità Salernitana - di cerniera anche rispetto al rapporto con i soggetti istituzionali locali, regionali e nazionali che diventa parte di quel meccanismo di sane relazioni che sole possono sostenere la ripartenza.


Il tema delle erogazioni, del sostegno al Terzo Settore e dell’implementazione dei servizi ha investito il nostro dibattito in un ideale filo rosso che è stato oggetto anche del dialogo con Giuseppe Sottile, Direttore area Sud di Banca Popolare Etica. Anche in questo caso abbiamo potuto riaffermare da un lato che i sostegni attualmente in campo sono insufficienti ma soprattutto sono sostegni che rischiano di indebitare fortemente le imprese sociali e con esse l’intero sistema paese. D’altro canto anche il Terzo Settore è chiamato ad una gestione economico-finanziaria e degli investimenti che da un lato punti a risanare eventuali criticità e dall’altro guardi maggiormente alla trasversalità e diversificazione aziendale. In questa prospettiva c’è anche da considerare l’urgenza per il Terzo Settore di uscire da una certa logica da “piccolo orticello” e “comodo nanismo” per entrare sempre più in una logica di rete di imprese e di eccellenza per poter competere sui mercati locali ed internazionali. Anche in questo caso giocheranno un ruolo fondamentale le competenze e l’aggiornamento di cui i quadri e i dirigenti della cooperazione sapranno dotarsi, a partire dalla comunicazione, dal marketing, dalla formazione di impresa e fino alle conoscenza delle lingue straniere.

Con Mariateresa Imparato, Presidentessa Regionale di Legambiente ed Emiliano Sergio, Presidente di Cava Felix, abbiamo invece aperto uno spaccato sulle questioni ambientaliste ribadendo, anche in questo caso, che l’emergenza sanitaria non può e non deve diventare un alibi per frenare la lotta ai cambiamenti climatici. Sull’altare della ripresa produttiva non possiamo derogare ai nostri doveri verso il Pianeta. Ed anzi, proprio questa emergenza, ci sta insegnando quanto siamo parte di un ecosistema e che in questo ecosistema dobbiamo convivere e rispettarci. Promuovere ambientalismo oggi significa allora turismo sostenibile, all’aperto, significa impresa che tutela l’ambiente nelle pratiche quotidiane, significa promozione ed educazione nelle scuole, significa luoghi di bellezza e di economia sostenibile.

Nel rincorrersi di riflessioni e proposte non è mancato uno spaccato sul tema della formazione e del lavoro, ed ovviamente sull’inserimento lavorativo di persone con fragilità connesso ai luoghi della cooperazione, dell’impresa profit e dell’Agricoltura Sociale. Rivendichiamo anche qui una presa di parola: budget di salute subito! Perché non possiamo e non vogliamo vivere di briciole e di assistenzialismo! Non vogliamo che i più fragili siano anche schiavi di un sistema di assistenza che non produce né reddito né autonomia né dignità. Rivendichiamo l’applicazione ed il controllo su questa applicazione delle norme in materia di inserimento lavorativo di persona con fragilità nel contesto delle imprese private e ci facciamo carico della possibilità di sostenere questi percorsi. Non è una guerra contro l’impresa profit, non ci sono i buoni ed i cattivi qui. L’impresa profit ha tutti i limiti e tutte le difficoltà, economiche e di gestione, nel poter assumere ed accompagnare con coerenza persone con disabilità, ne siamo consapevoli. Tuttavia strategie virtuose esistono, vanno solo mutuate ed applicate con coerenza e determinazione. Non abbiamo bisogno di sussidi, che pure per alcuni sono essenziali alla sopravvivenza ed al reddito minimo. Abbiamo piuttosto bisogno di percorsi chiari, pratiche condivise e coerenti con i bisogni, spazi di coprogettazione e cogestione che consentano all’intero sistema di Welfare e di impresa di funzionare. 

Del complesso di queste riflessioni, che sarebbe impossibile riassumere qui, ringrazio i nostri interlocutori sull’argomento: Anna Checchero, Direttore Agenzia Per il Lavoro Mestieri Campania, Giovanpaolo Gaudino, Presidente di Federsolidarietà Campania, Giuliano Ciano, Portavoce del Forum Nazionale Agricoltura Sociale, Gianluca Mastrovito, Presidente ACLI Salerno.    

Il tema del budget di salute non investe solo le questioni legate alla formazione ed all’inserimento lavorativo, ma il complesso delle possibilità da offrire alle persone con disabilità e, per noi, in particolar modo alle persone con disabilità mentale. Il tema dei servizi territoriali e domiciliari che possano superare, finalmente e per sempre, il tema delle restrizioni, della coercizione e dell’isolamento dei “matti” è un qualcosa che sentiamo intimamente prioritario e politicamente fondamentale.
Da quando siamo nati, ed è la ragione per la quale ci siamo messi in gioco oramai quasi dieci anni fa, era e resta proprio questo: costruire percorsi di autodeterminazione per le persone con disabilità mentale. Sapevamo e sappiamo di scontrarci con un sistema che va in direzione opposta, ma la nostra, per dirla con le parole di Fabrizio De Andrè, è una direzione che resta “ostinata e contraria” alle logiche di controllo, di sussunzione dei corpi, di assoggettamento e di discriminazione. La nostra è una presa di parola vicaria; sentiamo di dover fare le veci di chi questa presa di parola non può abitarla, per propria condizione e tuttavia cerchiamo sempre e comunque di favorirla nel protagonismo di quanti sono affidati a noi, di quanti si fanno nostri compagni e compagne di viaggio anche solo per un piccolo tratto di strada, con la loro follia, con la loro fragilità, che poi non è così diversa dalle fragilità di ciascuno.

​Con i professionisti della salute mentale che sono intervenuti, Andrea Dell’Acqua e Germano Fiore, abbiamo voluto aprire una finestra su questo argomento, sapendo e condividendo tutte le criticità che stiamo affrontando e che affronteremo sia nei percorsi di presa in carico sia nei percorsi di autonomia delle persone con disabilità mentale. Consapevoli del rischio di una regressione verso pratiche restrittive, di stigma e di isolamento, intendiamo farci portatori di prassi e pratiche all’opposto. Lo abbiamo già chiesto facendo proposte concrete, lo continueremo a fare nella vita quotidiana della nostra comunità.

Infine, con Antonella Grandinetti, Psicologa e Psicoterapeuta ma anche da poco Consigliera dell’ordine degli Psicologi della Campania, abbiamo riflettuto sul ruolo dei professionisti del benessere psicologico in questa fase di emergenza e la centralità della presenza dei professionisti nei servizi, nelle equipe ospedaliere ed i tutti quei luoghi in cui lo sguardo “psicologico” è ancora troppo assente. Anche in questo caso abbiamo osservato come, a partire dal servizio pubblico, ci sia maggiore bisogno di un rispetto reciproco, di una dignità e di un riconoscimento delle professionalità, di una collaborazione e condivisione delle pratiche quotidiane. Abbiamo spesso sentito parlare in queste settimane del ruolo degli psicologi, che arrivano a sostegno del personale sanitario, dell’uso – e talvolta l’uso improprio quando non l’abuso – delle consultazioni online. Bene, da psicologo e psicoterapeuta, prima ancora che da dirigente del Terzo Settore, voglio scrivere con chiarezza: non possiamo più pensare che la psicologia sia la “cenerentola” del sistema sanitario. Per decenni i tagli hanno impoverito la sanità pubblica in tutte le sue componenti e la presenza degli psicologi si è fatta sempre più scarna e ridotta all’osso. Gli psicologi non possono essere chiamati sempre e solo “all’ultimo minuto” o peggio in forma “volontaristica”. Non siamo solo quelli empatici, pronti ad ascoltare. Siamo professionisti sanitari al pari di altri, ciascuno con le proprie competenze. Ed è per questo che, anche e proprio questa emergenza, siamo consapevoli e chiediamo “più psicologia” nei servizi, più attenzione al benessere psicologico, pratiche stabili di coinvolgimento degli e delle psicologhe nelle equipe ospedaliere e territoriali. 

Una lunga carrellata, forse noiosa. Una sintesi difficile, anche sul piano emozionale, perché si, certi momenti toccano le emozioni, riguardano la carne viva di tutte e tutti noi che crediamo in una comunità a misura di ciascuno, come amo dire e scrivere da tempo. E’ stata la mia prima diretta in assoluto – non si direbbe. La mia reticenza a certi sistemi innovativi è nota, soprattutto quando riguardano una sovraesposizione da cui cerco di rifuggire ma dalla quale non mi sottraggo se in gioco c’è la responsabilità e l’urgenza di raccontare la bellezza, di sostenere il cambiamento, di valorizzare le competenze, di pretendere dignità per tutte e tutti. E non mi sottraggo perché il mio cammino mi ha dato la fortuna di avere compagne e compagni di viaggio straordinari, con cui abbiamo condiviso strade impervie e discese, criticità e soddisfazioni e che, come me, non si sono mai sottratte e sottratti né alle responsabilità, nei ai sacrifici, né alle sfide. È un bene prezioso la loro compagnia.

Non abbiamo solo fatto richieste e proposte, sia ben chiaro. Abbiamo una responsabilità e dobbiamo prendercela fino in fondo. Dobbiamo noi per primi uscire da una certa sudditanza, metterci in gioco come imprese e prendercene i rischi. Dobbiamo noi per primi studiare, imparare, acquisire sempre nuove competenze. Dobbiamo immaginare e costruire pratiche dal basso che evidenzino la solidità dei nostri percorsi e delle nostre scelte. Dobbiamo avere il coraggio di assumerci il ruolo politico, di prendere parola, prima ancora che chiedere qualcosa a qualcuno, seppur legittimamente. Dobbiamo avere il cappello in testa, per proteggerci dal sole o dalla pioggia lungo il cammino, nelle nostre periferie, nei quartieri, nei campi, nelle nostre fattorie e nelle metropolitane. Dobbiamo avere il cappello in testa e non in mano!
 

Video1 intervengono
Elena Silvestri, Presidente Consorzio La Rada
Francesco Picarone, Presidente seconda commissione - Bilancio e Finanza, Demanio e Patrimonio, Regione Campania

Patrizia Stasi, Presidente Fondazione Banco di Napoli per l'Assistenza all'Infanzia
Video2 intervengono
Carlo Borgomeo, Presidente Fondazione con il Sud
Don Virginio Colmegna, Fondazione Casa della Carità, Milano
Patrizia Stasi, Presidente Fondazione Banco di Napoli per l'Assistenza all'Infanzia

Video3 intervengono
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Patrizia Stasi, Presidente Fondazione Banco di Napoli per l'Assistenza all'Infanzia
Antonia Autuori, Presidente Fondazione della Comunità Salernitana
Giuseppe Sottile, Direttore Area Sud, Banca Popolare Etica
Video4 intervengono
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Anna Checchero, Direttore Agenzia per il Lavoro Mestieri Campania
Gianluca Mastrovito,
​Presidente ACLI Salerno
Giovanpaolo Gaudino, Presidente Federsolidarietà, Confcooperative Campania


Video5 interviene
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Giovanpaolo Gaudino,
Presidente Federsolidarietà,
​Confcooperative Campania
Video6 intervengono
​Giuliano Ciano, Portavoce Forum Nazionale Agricoltura Sociale
Nathalie Franchet, Direttore Cooperativa Sociale Capovolti
 Mariateresa Imparato , Presidente Legambiente Campania

Video7 intervengono
​Mariateresa Imparato, Presidente Legambiente Campania

Emiliano Sergio, Presidente Coop.Soc. Cava Felix - partner Progetto Co.Meta - ecoparco
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Video8 intervengono
​​Germano Fiore, Psichiatra e Psicoterapeuta
Andrea Dell’Acqua, Psichiatra e Psicoterapeuta
Federica di Martino, Coordinatrice Servizi Cooperativa Sociale Capovolti
Antonella Grandinetti, Psicologa e Consigliera Ordine degli Psicologi della Regione Campania
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Maratona della Cooperazione - Il ruolo del Terzo Settore nell'emergenza COVID-19 - 25 aprile on FBLIVE

17/4/2020

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#perchisimescola2020
MARATONA della COOPERAZIONE
Il ruolo del Terzo Settore nell'emergenza COVID-19

Il 25 aprile, Festa della Liberazione, sui nostri canali una lunga maratona con esperti, istituzioni, protagoniste e protagonisti del Terzo Settore alla scoperta di un futuro possibile dopo l'emergenza COVID-19. Un contributo alla crescita ed alla riflessione condivisa per lo sviluppo umano, sociale ed economico delle nostre comunità.

Come si svolgerà la MARATONA?
Semplice! 
Ogni 30 minuti, un ospite, venti minuti di confronto.
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La diretta sarà visibile sulle seguenti pagine facebook:
Capovolti Coop.Sociale
CometaPark
Progetto Capovolti
La Vita Dentro
La Bottega
Di seguito l'elenco, in continuo aggiornamento, degli ospiti che dialogheranno con Francesco Napoli, Presidente Cooperativa Sociale Capovolti 

Ore 10,30
Don Virginio Colmegna, Fondazione Casa della Carità, Milano

Ore 11,00
Lucia Fortini, Assessore Politiche Sociali, Regione Campania

Ore 11,30
Francesco Picarone, Presidente seconda commissione - Bilancio e Finanza, Demanio e Patrimonio, Regione Campania

​Ore 12,00
Patrizia Stasi, Presidente Fondazione Banco di Napoli per l'Assistenza all'Infanzia
​
Antonia Autuori, Presidente Fondazione della Comunità Salernitana

Ore 12,30
Carlo Borgomeo, Presidente Fondazione con il Sud

Ore 13,00
Giuseppe Sottile, Direttore Area Sud, Banca Popolare Etica

Ore 14,00
Anna Checchero, Direttore Agenzia per il Lavoro Mestieri Campania

Ore 14,30
Gianluca Mastrovito, Presidente ACLI Salerno
Ore 15,00
Elena Silvestri, 
Presidente Consorzio La Rada
Giovanpaolo Gaudino, Presidente Federsolidarietà, Confcooperative Campania 

Ore 15,30
Giuliano Ciano, 
Portavoce Forum Nazionale Agricoltura Sociale

Tommaso Simionato, 
​Agricoltura Sociale "La Costa", Vicenza


Ore 16,00
Mariateresa Imparato,
Presidente Legambiente Campania


Ore 16,30
Germano Fiore,
Psichiatra e Psicoterapeuta

Andrea Dell’Acqua,
Psichiatra e Psicoterapeuta


Ore 17,00
Armando Cozzuto,
Presidente Ordine degli Psicologi della Regione Campania

Antonella Grandinetti,
Psicologa e Consigliera Ordine degli Psicologi della Regione Campania
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#CAPOVOLTI: UNA COMUNITA’ IN CAMMINO TRA STORIE, RELAZIONI, SFIDE ED OPPORTUNITA’

7/7/2019

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CAPOVOLTI:
UNA COMUNITA’ IN CAMMINO TRA STORIE, RELAZIONI, SFIDE ED OPPORTUNITA’


di Francesco Napoli
Presidente Cooperativa CAPOVOLTI
Quando abbiamo pensato progetto capovolti abbiamo deciso di raccogliere più di una sfida: quella di progettare una start-up di impresa aderendo ad un bando che sapevamo essere decisamente complesso in termini di richieste di sostenibilità ed investimento privato; affrontare un ambito di intervento non solo nuovo per noi tutte e tutti, ma anche ancora poco esplorato e poco valorizzato nei nostri contesti ad esclusione di alcune storiche esperienze che pure vivevano difficoltà. Ma la sfida più grande era quella di cambiare il paradigma di riferimento che era oramai consolidato nelle famiglie, nei beneficiari e nei servizi, di un welfare sostanziato dall’assistenzialismo, dal vincolo sociale e dall’intervento sanitario massiccio e pervasivo. In buona sostanza un sistema, che non è cambiato molto, di dipendenza quando non di vera e propria schiavitù morale. ​​
Sapevamo che ci saremmo dovuti confrontare con prassi consolidate, soggetti territoriali molto più esperti di noi, con una visione culturale dell’agricoltura antiquata, tradizionale e svalutata. Sapevamo di correre il rischio di mettere insieme l’agricoltura come diminutio e le fragilità con il portato di stigma con il concreto risultato di generare una doppia discriminazione su base pietistica, paternalistica, escludente, marginalizzante. Tutto questo in un territorio apatico, asfittico, con problematiche oggettive di mobilità, servizi alle imprese, scarsità di competenze e professionalità, prassi del lavoro decisamente alternative per non dire di peggio e, come se non bastasse, in anni di piena crisi economica.
Una analisi forse impietosa che poteva scoraggiarci. Una analisi che si è andata, per fortuna, sviluppando ed integrando nel corso dei primi mesi di progettazione e di attuazione. Quel pizzico di incoscienza, che sempre serve per prendersi grandi rischi e realizzare grandi cose, non ci ha però limitati nell’avere chiara l’analisi di contesto e valutare strategie e metodologie adeguate alla sfida. 
Abbiamo quindi costruito una progettazione su tre assi:
  1. una rete ampia e solida che consentisse di mettere insieme competenze e professionalità trasversali, stimoli, novità ed esperienze consolidate che potessero dialogare e dare il proprio contributo;
  2. una progettazione modulare che avesse da un lato la qualità di essere agile, dinamica, flessibile ed adattabile e, dall’altro lato, che potesse “sopravvivere” ad eventuali criticità insormontabili di specifiche aree di intervento che non compromettessero tutte le altre;
  3. il connubio inevitabile in prospettiva, di impresa agricola e servizi alla persona che si valorizzassero e qualificassero reciprocamente dando un sostanziale contributo all’innovatività, all’eccellenza ed alla sostenibilità dell’intervento. 
Ci siamo dati quindi degli slogan, delle parole chiave di riferimento che fossero da guida nel tempo per il nostro lavoro: valorizzare le produzioni e le risorse locali, capovolgere le leggi del profitto, vivere e condividere esperienze che aiutano a crescere, coltivare benessere psicologico, innovare un futuro sostenibile, costruire una comunità a misura di ciascuno.
Trovare casa non è stato facile, così come non è stato facile dialogare e tenere unita una rete di partenariato ampia e complesse, talvolta orientata in alcune sue componenti ad una visione della progettazione sociale facilona quando non individualistica, autoreferenziale. La selezione naturale, in questo caso, ha fatto il suo corso. Mentre abbiamo invece avuto ed incontrato compagne e compagni di strada di grande valore, professionalità ed abnegazione dai quali abbiamo potuto imparare molto e che molto hanno dato e continuano a dare alla nostra grande famiglia. 
Si, perché il nostro obiettivo è sempre stato quello di pensare capovolti come una famiglia, dove tutto accade e dove tutto si vive insieme, nei momenti più felici ed in quelli più complicati. Dove nei momenti di festa e nei momenti di sofferenza pensiamo sia sempre importante esserci tutte e tutti.
In questo spirito abbiamo condiviso la prima fase di progetto, la costruzione degli strumenti operativi, la formazione degli operatori, la costruzione di prassi e di inquadramento aziendale. 
Abbiamo ridato vita all’oliveto aziendale, qualificandoci oggi come azienda agricola biologica ed avendo ottenuto la certificazione DOP del nostro territorio per l’olio extravergine che esportiamo in tutta Italia ed in molti paesi d’Europa.
La nascita della cooperativa nel 2014 ha segnato un ulteriore punto di svolta del progetto. Nuove sfide, nuove esigenze, nuove prospettive.
Nella logica di una presa in carico globale e reciproca l’attenzione di una governance cooperativa non può che essere ampia e diffusa, a partire dalle socie e dai soci, dai dipendenti e dalle dipendenti prima ancora che dai beneficiari e destinatari degli interventi. La responsabilità che abbiamo sentito e sentiamo tutt’ora prioritaria di offrire un contesto di lavoro sano e corretto si scontra inevitabilmente con la assoluta inadeguatezza delle risorse economiche e della gestione delle stesse da parte del servizio pubblico. Un servizio pubblico incapace di letture coerenti, di una concreta ottimizzazione delle risorse e di un uso sano delle stesse. Un servizio pubblico incapace di scelte coraggiose e strategiche che scarica spesso, troppo spesso, sul Terzo Settore emergenze, criticità ed una gestione globale del beneficiario in una logica di totale delega e supplenza condite da una sostanziale scarsità di strumenti e competenze. Tuttavia questo non ci ha impedito di fare scelte coraggiose che consentissero il prosieguo e la conclusione di Progetto Capovolti e la sostenibilità e la tutela del lavoro di quanti, operatori e personale qualificato, avessero dato il proprio contributo, spesso quasi esclusivamente gratuito o poco più.
Abbiamo scelto quindi di realizzare una Casa Alloggio per l’accoglienza in regime di residenzialità di persone con disabilità mentale, coniugando questo servizio alle attività che erano già in corso di consolidamento. All’apertura di Casa Nadia è seguita quella del Centro Diurno Polifunzionale che oggi completa il quadro dei servizi offerti presso la sede operativa di Montecorvino Pugliano chiudendo un cerchio che consente ai nostri beneficiari di usufruire di un servizio di accoglienza, riabilitazione, accompagnamento psicologico, orientamento al lavoro, percorsi di professionalizzazione ed inserimento lavorativo mentre ha consentito di stabilizzare e garantire il lavoro ai nostri dipendenti, socie e soci.
La scelta di coniugare servizi e impresa ha consentito all’azienda di crescere e poter implementare il proprio fatturato ed ampliare i servizi offerti sull’area dell’inserimento formativo ed occupazionale il che, in una circolarità di strategia, ha consentito ai servizi di qualificarsi come eccellenze sul territorio anche grazie alla valorizzazione offerta dalla sperimentazione e dal consolidamento del modello OrtoQuadrato oramai riconosciuto e premiato in numerose circostanze, non ultimo il Premio Yves Rocher che ci ha consentito di attivare il primo corso di formazione per operatori OrtoQuadrato. Così come abbiamo implementato ed innovato il tema degli interventi assistiti con animali, in un territorio in cui pet therapy significa ancora troppo spesso il giro a cavallo, accarezzare l’asino o fare zampa con il cane. Abbiamo attivato momenti di formazione in materia di zooantropologia didattica, sperimentando noi per primi il valore immenso della relazione con l’alterità animale. 
Così come abbiamo voluto il primo corso per operatori IAA della nostra provincia, potendo così contare oggi su nuove relazioni e su un gruppo di operatrici e professionisti adeguatamente formati e che saranno presto impegnati in una delle attività di progetto CO.META, la nostra nuova sfida insieme a tante realtà amiche con cui collaboriamo da tempo.
Sappiamo che per chi ci osserva siamo una storia di successo, di eccellenza, di novità. Lo siamo anche per noi stessi e ne siamo orgogliosi. Rimaniamo tuttavia umili e concentrati, consapevoli che è solo l’inizio di una strada complessa. La sempre maggiore scarsità delle risorse economiche, l’arretramento e l’inefficacia del servizio pubblico, scelte che orientano le risorse verso l’assistenzialismo piuttosto che verso l’autodeterminazione, l’impossibilità ancora oggi a pervenire a strumenti efficaci di accompagnamento socio sanitario adeguati alle persone con disabilità mentale, penso alla colpevole assenza del budget di salute su questo territorio, ci fanno pensare che la strada è davvero ancora lunga.
Proprio per questo non abbiamo mai derogato, delegato o abdicato al ruolo politico della cooperazione sociale, anche quando rischiava e rischia di essere scomodo, impopolare. 
La funzione politica della cooperazione è e deve essere un valore ed un obiettivo prioritario per tutte e tutti noi, soprattutto in tempi bui come quelli che stiamo attraversando. In tempi di odio, divisioni, fratture e cesure sociali, la cooperazione è oggetto e bersaglio di chi vuole distruggere quel che resta del dissenso, dei corpi intermedi, dei soggetti di tutela collettiva, di chi è voce di quanti non hanno strumenti per poterla alzare quella voce e non essere schiavi e vittime di sistemi di prepotenza quando non di marginalizzazione, di ciò che si frappone all’arroganza del potere e della norma in luogo di una umanità e di una civiltà del riconoscimento dell’altro che è un valore non negoziabile. Dobbiamo continuare a sentire il dovere della politica, ai tavoli di concertazione, ai tavoli regionali e nazionali, nei luoghi in cui è possibile incidere. 
Fare politica ed essere politica con la presenza e con l’assenza, perché anche scegliere collettivamente una assenza significa dare un segnale a chi di dovere. 
In questo senso penso alle sfide che attendono l’Agricoltura Sociale sul piano regionale e nazionale. Rischiamo un ruolo ancillare, di essere il fiore all’occhiello del profitto, la medaglia al valore di chi specula, la pezza a colore di chi non sa fare il proprio mestiere. Con tanto di assistenzialismo finanziario con buona pace dei fondi europei per lo sviluppo. Dobbiamo preservare e riaffermare il protagonismo, la specificità, il valore aggiunto che ha avuto ed ha l’Agricoltura Sociale per la propria storia e per la propria attualità. 
Se diventiamo strumento di diversificazione aziendale di chi non ha speso un minuto in attenzione alle comunità ed alle fragilità, che fine faremo e che fine faranno soprattutto tutte e tutti quelli che a noi sono affidati? Che percorsi potranno garantire queste aziende se non il mero contentino senza prospettive, senza crescita, senza un reale protagonismo dei beneficiari? Lo dico in particolare a chi avrà la responsabilità dei decidere: annettere l’agricoltura sociale alla stregua di un bed and breakfast come se ogni iniziativa che abbia a che fare con l’agricoltura ed il turismo possa essere trattata alla stessa maniera, non solo è una miopia politica e strategica ma anche un danno irreversibile ad una storia di riscatto e di dignità costruita in decenni di sacrifici dalla cooperazione sociale in questa regione. Tuttavia siamo fiduciosi che quanti hanno il dovere di prendere decisioni sappia agire per il meglio e per l’interesse reale non solo di quanti vivono una fragilità e sono affidati a percorsi di inclusione nell’area dell’agricoltura sociale, ma anche nell’interesse di un comparto produttivo di eccellenza che ha saputo recuperare, valorizzare e far crescere intere aree e settori produttivi della nostra regione.
Dobbiamo dunque prenderci, con responsabilità, senza lamenti e vittimismi, il ruolo di protagonismo che ci spetta, nel dialogo con la politica e con i territori; dobbiamo prenderci il ruolo educativo e culturale che spetta alla cooperazione ed alla agricoltura sociale. Dobbiamo pretendere rispetto ed ascolto per quello che facciamo, e dobbiamo farlo bene, per quello che produciamo, creiamo, implementiamo ed innoviamo ciascuno nelle proprie comunità.
Dobbiamo, in questo senso, anche saper migliorare il nostro modo di comunicare e parlare con i territori, colmando un gap evidente in materia di marketing, comunicazione, commercializzazione che molte piccole e grandi realtà scontano e soffrono, forse frutto del retaggio di un agricoltore zappa e stivali. 

Il ruolo del Forum Regionale e del Forum Nazionale può allora essere quello di una guida e di una presenza autorevole sul piano politico, della visibilità e della contrattazione, della proposta e della tutela di quanto acquisito fino ad oggi. Ma nostro ruolo deve poter essere anche quello di sviluppare percorsi di formazione e crescita delle nostre cooperative, come già sta accadendo, implementando percorsi, occasioni e fornendo strumenti ed opportunità di valorizzazione e professionalizzazione. 
Così come è nostra responsabilità e può essere un importante contributo del Forum Nazionale dell’Agricoltura Sociale, aprirci all’Europa, come visione e come strategia, per innovare i nostri paradigmi culturali, politici ed operativi come pure per cogliere le opportunità che l’Unione ci offre.
Il Forum è stato per noi di Capovolti una grande famiglia, che ci ha accolti e sostenuti da sempre. Speriamo di aver dato il nostro piccolo contributo a questa famiglia e siamo fiduciosi che continuerà a crescere a servizio di tutte e tutti noi e di chi diventerà nostro compagno di viaggio in questo percorso.

Un percorso, quello di progetto Capovolti, che idealmente oggi si chiude, con un po’ di malinconia e di emotività come quando finisce un ciclo di scuola, come quando ti separi da qualcosa di bello e che è stato davvero importante per te. 
Ma, se Progetto Capovolti si conclude con successo è perché ha generato una comunità di persone che fino ad oggi ha accolto oltre cento beneficiari ed i loro familiari, offendo negli ultimi tre anni oltre 15 contratti di lavoro a persone con fragilità. Progetto Capovolti continua nell’esperienza della nostra Cooperativa, dei servizi e delle iniziative che stiamo continuando costantemente a sviluppare e che continueremo a far crescere insieme a ciascuno di voi.
Abbiamo imparato a confrontarci con l’agricoltura ed i suoi tempi, io in particolar modo. Dell’attesa, della speranza, del senso di vulnerabilità ed impossibilità a cui ti obbliga l’agricoltura ne ho vissuto la frustrazione prima e la bellezza poi, potendo riconoscere che aspettare non è perdere tempo, che passeggiare tra gli olivi osservandone la maturazione e la crescita nell’attesa del frutto può non essere frustrante, ma può invece diventare un modo di immaginare il futuro. Questo mi fa guardare oggi con maggiore indulgenza, pazienza ed un sorriso, ai tempi ed agli arrovelli della nostra burocrazia, spesso immotivati ed inutili quando non dannosamente frutto di inadempienze ed incompetenze. Come ho imparato ad apprezzare il silenzio, il mio soprattutto, e ad auspicare talvolta quello altrui. Sono indubbiamente cresciuto molto come persona e come professionista. Ho visto in faccia la sofferenza, il dolore, la morte. Consentitemi un pensiero per Alberto, che ha scelto di essere libero in un modo che avremmo preferito differente. 
Ma ho visto anche il riscatto, la soddisfazione di rialzarsi, la gioia di trovare comprensione ed accoglienza, riconoscimento e non pietismo, dialogo, sprone e non contenzione. Ho visto quel bagliore negli occhi che nasce dalla novità, dall’incontro con se stessi che migliora la propria vita, dal trovare soluzioni da soli e non imposte, indotte, obbligate. 

Ho visto e vissuto con ciascuno dei nostri beneficiari la possibilità del fallimento come quella di rialzarsi e ripartire, di vivere con dignità ed autodeterminazione dentro la propria fragilità ed oltre il proprio stigma interiorizzato. Ho vissuto abbracci e pianti di liberazione e saluti densi di nuova vita davanti. 
Ho accolto ed accudito le mie compagne ed i miei compagni di viaggio, così come sono stato accolto ed accudito io per primo.  
​
Se il sogno, all’inizio di questa avventura, era una comunità a misura di ciascuno ne siamo ancora lontani, ma noi siamo certamente un buon primo passo verso questo obiettivo. 
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FESTA REGIONALE DELL'AGRICOLTURA SOCIALE - 6 LUGLIO Ore 10:00 Convegno Agricoltura Sociale, Welfare, Europa

19/6/2019

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CONVEGNO AGRICOLTURA SOCIALE, WELFARE, EUROPA

SALUTI
Giuseppe LANZARA
Sindaco Pontecagnano Faiano
Franco PICARONE
Ass. Regionale Attività Produttive
Antonio GIULIANO
Presidente GAL Colline Salernitane
Patrizia STASI
Fondazione Banco di Napoli Ass. Infanzia
Antonia AUTUORI
Presidente Fondazione Comunità Salernitana
Elena SILVESTRI
Presidente Consorzio La Rada
Giuliano CIANO
Portavoce Nazionale Forum Agricoltura Sociale
INTERVENGONO
Eligio TROISI 
Direttore GAL Colline Salernitane
Verso l'Europa: Opportunità e prospettive per Agricoltura Sociale
Michele  BONOMO 
Legambiente Campania
Europa, Welfare, Ambiente
Francesco NAPOLI
Presidente Coop. Capovolti
Progetto Capovolti: la sfida per una comunità a misura di ciascuno
PRESENTANO
Chiara DELLE DONNE, Vicepresidente Coop. Capovolti
Progetto CO.META: azioni di impresa per lo sviluppo rurale e delle comunità - Bando Terre Colte con il sostegno di Fondazione Con il Sud
Antonio PELLEGRINO, Presidente Coop. Terra di Resilienza
Progetto STELLE FRAGRANTI: valorizzazione dei beni artistici e culturali a servizio delle comunità e delle fragilità - Avviso "Il bene torna comune" per la valorizzazione dei beni culturali inutilizzati al Sud con il sostegno di Fondazione Con i Sud
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Festa Regionale dell'Agricoltura Sociale - 6 LUGLIO 17:30 AL VIA AI LABORATORI - PARCO ECO ARCHEOLOGICO PONTECAGNANO FAIANO SA

18/6/2019

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Alla prima edizione della Festa Regionale dell'Agricoltura Sociale non potevano mancare laboratori e stand per sperimentarsi, informarsi e fare nuovi incontri. Ecco perché Capovolti ed alcune realtà impegnate sul territorio campano mettono a disposizione uno spazio pensato per l'aggregazione. Un occasione per piccoli e grandi di passare un pomeriggio all'aperto, nello splendido Parco Eco-Archeologico di Pontecagnano, un momento di condivisione che sarà sicuramente molto divertente, interessante, in simbiosi con la natura e con buone prassi eco-friendly.

ore 17:30 - AGRILAB
Laboratori per piccoli e grandi
Aperti a tutti - gratuiti
Tutti i laboratori sono organizzati con volontari di realtà cooperative e associative del territorio Campano, Calabrese e Sardo.
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► #OrtoQuadrato 
     dalla teoria alla pratica giocando
     Rivolto a tutte le fasce di età

► Il suolo eco-friendly 
    Come realizzare una compostiera
    Rivolto a tutte le fasce di età

► Insetti e biodiversità
    percorso ludico: la casetta dell’insetto,
​    gli insetti amici dell'orto, le piante amiche

    Rivolto a tutte le fasce di età

► 5 sensi e la natura
    alla scoperta e riscoperta dei sensi
    attraverso la natura

    Rivolto a tutte le fasce di età

► Riciclo creativo
    Quadro vivente da realizzare insieme
    Rivolto a tutte le fasce di età


Stand con prodotti della'agricoltura sociale, box informativi di realtà locali del mondo della cooperazione sociale e del volontariato saranno a vostra disposizione tutto il pomeriggio fino alla fine del concerto programmato per la sera.

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Festa Regionale dell'Agricoltura Sociale - 6 luglio una serata all'aperto tra buon cibo e musica

16/6/2019

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Serata di condivisione per la Festa Regionale dell'Agricoltura Sociale tra buon cibo e musica.
Protagonista della serata IL RACCONTO di chi vive con passione il proprio impegno.
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Ore 19:00
DJ-SET
con DJ KOWU
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AGRITALK
INTERVENGONO
MariaTeresa IMPARATO, Presidente Regionale Legambiente
Paola MANZO, Assessore all'Uguaglianza,
Comune di Pontecagnano Faiano

Marianna CILIBERTI, Assessore all'Agricoltura,
Comune di Montecorvino Pugliano

Giovanni SAVASTANO, Assessore Politiche Sociali,
Comune di Salerno

Modera Francesco NAPOLI, Presidente Coop. Capovolti

TESTIMONIANZE
Pasquale GAUDINO, Fattoria Fuori di Zucca, Aversa - Paola PERRETTA, Fattoria dei Sogni, Sessa Aurunca - ​Vincenzo LETIZIA, Cantine Vitematta, Casal di Principe - Ilaria SIGNORIELLO, Comunità Capodarco. Roma - Teresa DI GIUSEPPE, Coop. Raccogliamo, Campagna - Antonio PELLEGRINO, Coop. Terra di Resilienza, Morigerati - Nadia PETRETTI, Organizzazione di Volontariato Mai Più Soli, Battipaglia Modera Nathalie FRANCHET, Direttrice Coop. Capovolti

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Si chiama CiVà – cibo vagabondo ed è il food truck che ci accompagnerà per deliziare la nostra serata. CiVà si propone come una sorta di “circo gastronomico”, come lo hanno definito gli ideatori. Protagonista di questo insolito “spettacolo” è la cucina del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni.

ore 21:00 - AGRICONCERTO
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PRima band della serata: Ampersound

Ampersound Rock-band indie composta da quattro ventenni salernitani: Lorenzo Annarumma Lead Singer alla chitarra, Mario De Sio alla chitarra solista e Luigi Pelosio ed Emanuele Noschese, rispettivamente bassista e batterista, ai cori.

Gli Ampersound nascono verso la fine del 2012 come una cover-band in lingua inglese. Poi, il gruppo cambia direzione e iniziano a lavorare in maniera più decisa sulla produzione di inediti vedendo la nascita del gruppo così come oggi ci viene proposto. 

Seconda band della serata: Terza Classe

TERZA CLASSE
Nasce il 31 Ottobre 2008 la Crew Salernitana
con l’ideale di portare l’Hip-Hop nella valle dell’Irno: con il Rap, Lo Scratching.
Principalmente è un gruppo rap nato dall’unione dei due MC’s Aserto e Doctrine, con l’ausilio ai piatti (dagli albori) di DJ Marcellino e DJ 2Mani.
​
Nel 2012 esce ufficialmente il primo album dal nome “Beat for a Rime” prodotto dalla Rupa Rupa Recordz distribuito in forma fisica e digitale con i feat. di Uru, Morfuco, Mirko Miro, Peste MC.
Negli anni successivi grazie anche alla nascita dell’etichetta indipendente Periferica Konnection, il gruppo subisce diversi cambiamenti con l’introduzione di un nuovo ed attuale MC come Aris e di DJ Kowu ai piatti.
Terza Classe ha condiviso il palco con mostri sacri della musica rap quali : Clementino, Dope D.O.D., R.A. the Rugged Man, Afu-Ra, Merkules, Kaos One, Good Old Boys, Guè Pequeno, Marracash, Noyz Narcos, Mezzosangue, Primo & Tormento, Co’ Sang, Valerio Jovine, Inoki, Gold School, La Famiglia, 99 Posse, Funky Pushertz e si è esibita in numerosi festival e concerti in Italia ed Europa come Roma, Lecce, Milano, Parma, Bologna, Catanzaro e Barcellona.

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SAVE THE DATE: Sabato 06 luglio, Festa Regionale dell'Agricoltura Sociale a Pontecagnano Faiano SA

13/6/2019

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Anteprima del Presidente della
Cooperativa Sociale Capovolti
Francesco Napoli

Lo sviluppo dell’agricoltura sociale, mentre ha incontrato in questi decenni il favore e l’impegno del Terzo Settore, dell’associazionismo e del volontariato, trova ancora difficoltà di collocazione all'interno della stratificazione normativa e delle prassi legate al mondo del lavoro e dell’impresa. Dove l’agricoltura si collochi è questione ancora aperta sia sul piano politico che programmatico, nonostante la normativa nazionale e regionale che la inquadra con chiarezza come strumento di innovazione e crescita del mondo agricolo da un lato, e come strumento di welfare e impresa sociale dall'altro. L’unicità del settore, anche rispetto al quadro europeo, ne fa sicuramente una esperienza in costante ridefinizione, ma dall'altro rischia di generare disorientamento negli operatori e nella percezione sociale e di comunità dello strumento in quanto tale, delle sue prospettive, della sua dignità di impresa, di incubatore di esperienze formative, di promotore di legalità e crescita delle comunità locali.
La Campania offre dal canto suo una normativa regionale all'avanguardia che guarda con chiarezza agli aspetti sociali e riabilitativi dell’Agricoltura Sociale come pure a tutto il suo potenziale di impresa. Ciò nonostante l’esperienza legata ai finanziamenti europei in agricoltura, come per le altre misure trasversali, ci rimandano ad una difficoltà di accesso alle risorse, in particolare legate al fatto che l’agricoltura sociale viva prevalentemente l’esperienza ibrida del tessuto economico della cooperazione, che spesso non viene considerato nelle prassi e nelle procedure legislative ed amministrative. A questo si aggiunge il tema della gestione dei beni confiscati e relativa discrasia tra la normativa legata a questi e la normativa – come pure le scelte regolamentari – legate alla gestione dei finanziamenti europei (a titolo di esempio: la difficoltà di accesso a misure europee per chi ha in gestione beni confiscati su cui insistono titoli di comodato d’uso e non titoli di locazione, questi ultimi vincolanti per partecipare alle domande pubbliche ma non previsti dalla normativa per la gestione dei beni confiscati. Il risultato è l’assunzione di un rischio di impressa importante da parte della cooperazione e l’impossibilità ad accedere a forme di sostegno e di implementazione delle attività agricole e/o ad esse connesse in termini di diversificazione aziendale).
Il recente orientamento di inquadrare l’Agricoltura Sociale come parte dei processi di diversificazione aziendale in agricoltura, se da un lato offre possibilità di potenziamento delle attività socio-riabilitative ed occupazionali in agricoltura anche grazie al contributo del mondo profit, dall'altro lascia intravedere un rischio sostanziale di una deriva ancillare dell’agricoltura sociale verso il mondo dell’impresa pura. Per queste ragioni la riflessione deve poter considerare sicuramente l’obbligo e l’impegno del mondo della cooperazione a guardare con favore e a dotarsi di competenze e strumenti propri dell’impresa, ma anche la necessità di salvaguardare l’esperienza dell’agricoltura sociale come spazio protetto di sostegno alla professionalizzazione ed occupazione di soggetti con fragilità, che guarda alla valorizzazione delle eccellenze e alla tutela del territorio prima che al profitto. Il rischio che l’Agricoltura Sociale possa diventare un brand buono per il marketing ma svuotato di senso e di radicamento territoriale è da ritenersi sostanziale e pericoloso. 


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